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Disturbi Psichiatrici: Disturbo Ossessivo-Compulsivo

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icon3  view post Posted on 30/10/2008, 22:11     +1   -1

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Siciliana Sugnu!

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:come: Disturbi Psichiatrici: Disturbo Ossessivo-Compulsivo


Contenuti
• Cos'è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
• Caratteristiche epidemiologiche
• Quadro clinico del Disturbo Ossessivo-Compulsivo
• Sottotipi di Disturbo Ossessivo–Compulsivo
• I concetti di "resistenza", "interferenza" ed "insight"
• Trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo


Cos'è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo?
Il Disturbo Ossessivo–Compulsivo si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni.

Le ossessioni consistono in idee, pensieri, immagini o impulsi persistenti che generano ansia e disagio; il soggetto tenta di ignorarle o sopprimerle, ma invano.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (ad esempio toccare un oggetto, lavarsi le mani etc.) o atti mentali (ad esempio pregare, contare etc.) che il paziente sente di dover compiere in risposta ad una ossessione; nonostante l'esecuzione del rituale riduca i livelli d'ansia, tuttavia egli non prova alcun piacere nell'eseguirlo in quanto il rituale stesso è vissuto come un atto di coercizione.

Affinché si possa formulare la diagnosi di Disturbo Ossessivo- Compulsivo è necessario che tale fenomenologia interferisca significativamente con il normale funzionamento familiare, sociale lavorativo e del soggetto affetto.

Caratteristiche epidemiologiche
Il Disturbo Ossessivo–Compulsivo esordisce più spesso in età giovanile tuttavia i pazienti giungono all'osservazione specialistica tra i 20 ed i 30 anni, in media dopo 5-10 anni di malattia.

La causa di tale ritardo nella diagnosi, oltre che a problemi riconducibili alla vergogna ed allo stigma, è legata al fatto che il disturbo, almeno in alcuni casi, può essere compatibile con discreti livelli di funzionamento e pertanto la richiesta d'intervento psicologico o psichiatrico viene differita nel tempo.

Quadro clinico del Disturbo Ossessivo–Compulsivo
Le tematiche ossessive più frequenti sono quelle relative alla presenza di pensieri ricorrenti di sporco e contaminazione associati a rituali di lavaggio. Il timore dello sporco, di agenti infettanti (batteri, virus etc.) o cancerogeni, di veleni o insetticidi si accompagna a minuziosi e lunghi rituali di pulizia e di disinfezione associati a comportamenti di evitamento (relativi, ad esempio, all'uso di bagni pubblici, al contatto con maniglie delle porte piuttosto che col denaro etc.).

Molto frequenti sono le forme caratterizzate dalla presenza di ossessioni dubitative. In questo caso si spazia dal timore di non aver eseguito correttamente atti comuni della vita quotidiana (ad esempio chiusura del gas, della luce elettrica, dell'acqua etc.) a preoccupazioni di ordine morale, esistenziale, religioso. Nel primo caso le ossessioni sono spesso associate a rituali di controllo, nel secondo si manifestano in forma isolata.

Rientra nell'ambito delle ossessioni dubitative anche il timore di commettere atti auto o etero aggressivi (quali ferire, uccidere, violentare, bestemmiare etc.); queste forme si associano all'evitamento di oggetti o situazioni potenzialmente "a rischio" per il paziente quali maneggiare coltelli o altri oggetti offensivi, guidare l'automobile, affacciarsi alla finestra, entrare nei luoghi di culto religioso, tenere in braccio il proprio bambino etc.

Un'altro quadro clinico di Disturbo Ossessivo–Compulsivo è quello che si distingue per la presenza di ossessioni e rituali numerici come sommare i numeri delle targhe delle auto, contare oggetti di vario genere (ad esempio gli alberi per strada piuttosto che le mattonelle di casa etc.); tali forme ossessive sono spesso associate a precisione, perfezionismo e necessità di ordine e simmetria.

Un'altra, ulteriore, forma clinica di Disturbo Ossessivo-Compulsivo è la cosiddetta lentezza ossessiva primaria che si caratterizza per la necessità di compiere azioni comuni del vivere quotidiano con estrema lentezza a causa del dubbio e della notevole insicurezza; in questi casi, attività che richiederebbero anche pochi minuti per la loro esecuzione, possono trascinarsi per diverse ore "paralizzando" completamente il soggetto affetto.

Sottotipi di Disturbo Ossessivo–Compulsivo
Sulla base del decorso del Disturbo Ossessivo-Compulsivo possiamo distinguere due sottotipi:
• "sottotipo episodico" in cui episodi di malattia si intervallano a periodi di sostanziale remissione della sintomatologia ossessivo–compulsiva (intervalli liberi). Questa forma del disturbo esordisce più spesso dopo i 25-30 anni, colpisce maggiormente il sesso femminile e più spesso consiste di forme ossessive "pure", senza rituali (compulsioni);
• "sottotipo cronico" comprende forme gravi di Disturbo Ossessivo–Compulsivo caratterizzate da un decorso cronico e stabile, con periodiche esacerbazioni della sintomatologia, assenza di periodi di remissione (mancanza di intervalli liberi). Queste forme hanno più spesso esordio precoce, nell'infanzia o nell'adolescenza, si associano a imponenti fenomeni compulsivi ed interferiscono notevolmente col normale funzionamento dell'individuo nelle diverse aree di interesse.

I concetti di "resistenza", "interferenza" ed "insight"
Nella valutazione clinica del Disturbo Ossessivo–Compulsivo è importante la definizione dei concetti di "resistenza", "interferenza" ed "insight".

Con il termine "resistenza" si indica la forza (interiore) con la quale il paziente cerca di opporsi al pensiero ossessivo o al rituale compulsivo. Essa ha caratteristiche dinamiche in quanto non è fissa, ma variabile nel senso che può essere elevata in un determinato ambito, molto ridotta in un altro. Nelle forme più gravi di Disturbo Ossessivo–Compulsivo la "resistenza" può essere del tutto assente.

L'"interferenza" indica "quanto" i fenomeni ossessivo–compulsivi interferiscono con lo svolgimento delle normali attività dell'individuo affetto; le forme più gravi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo sono quelle nelle quali l'"interferenza" è maggiore.

Con il termine di "insight" si suole indicare il livello di consapevolezza che il paziente ha della propria malattia e della reale interferenza che essa esercita sul suo funzionamento sociale, familiare e lavorativo. Il grado di "insight" nei pazienti ossessivo-compulsivi è variabile e nelle forme più gravi può essere nullo; queste forme vengono definite "psicosi ossessivo-compulsiva".

Il trattamento del Disturbo Ossessivo–Compulsivo

Le cure farmacologiche
Il trattamento farmacologico del Disturbo Ossessivo– Compulsivo si basa essenzialmente sull'uso di farmaci ad attività serotoninergica, in particolare Clomipramina ed Inibitori del Reuptake della Serotonina (SSRIs).

L'impiego di Sali di Litio è riservato ai quadri ossessivo-compulsivi resistenti o in comorbidità con disturbi affettivi (Disturbo Bipolare). Per quanto riguarda gli antipsicotici, la loro utilizzazione deve essere riservata alle forme di Disturbo Ossessivo-Compulsivo nelle quali sono presenti sintomi psicotici (deliri, allucinazioni) oppure a quelle in comorbidità con Disturbo Bipolare.

Le Benzodiazepine (ansiolitici) possono essere utili per il controllo in acuto delle manifestazioni d'ansia tuttavia il loro impiego a lungo termine è sconsigliabile in relazione alla documentata comparsa di problematiche di assuefazione e dipendenza/astinenza.

La terapia comportamentale
Il trattamento farmacologico del Disturbo Ossessivo-Compulsivo trova un utile completamento negli interventi di psicoterapia di tipo comportamentale. Di seguito verrà fatto cenno alle strategie di più largo impiego.

Nei pazienti nei quali prevalgono i pensieri ossessivi può essere consigliabile la tecnica dell'arresto del pensiero che consiste nel fornire al soggetto gli strumenti necessari per mettere in atto l'interruzione pensieri ossessivi favorendo così la loro progressiva estinzione.

L'esposizione "in immaginazione", che consiste nel confrontarsi con la situazione temuta immaginandola, può risultare utile quando il contenuto delle ossessioni non è una situazione concreta, come ad esempio nel caso dell'ossessione di poter provocare catastrofi a distanza etc.

Nei soggetti nei quali prevalgono i fenomeni compulsivi (rituali di controllo, di lavaggio etc.), una tecnica utile è risultata essere quella dell'esposizione in vivo con prevenzione della risposta; in questo caso si costringe il paziente ad esporsi alla situazione temuta impedendogli, successivamente, di mettere in atto i rituali.

Nelle forme di lentezza ossessiva primaria si interviene con tecniche simili a quelle utilizzate nei pazienti con rituali di controllo imponendo di portare a termine, in un tempo prestabilito, il compito assegnato; in questi casi sarà indispensabile il coinvolgimento, oltre che del terapeuta, anche dei familiari del paziente.



Edited by *LorySmile* - 30/10/2008, 23:06
 
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