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Afghanistan, autobomba su italiani

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icon1  view post Posted on 18/10/2008, 17:07     +1   -1

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Siciliana Sugnu!

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Afghanistan, autobomba su italiani

Attacco suicida nell'area di Herat.
Sette nostri connazionali feriti.
La Russa: alzato livello di scontro


KABUL
Herat come Kandahar. L’ovest afgano sempre più somigliante al martoriato sud. Terra di conquista per talebani e terroristi, che hanno innalzato il livello dello scontro, con azioni sempre più sofisticate e incisive «quantomeno dal punto di vista qualitativo». A farne le spese sono stati questa mattina sei militari italiani di una squadra Omlt, le unità che operano all’interno di una formazione afgana con funzione di addestramento. Sono rimasti lievemente feriti nell’esplosione di un’autobomba guidata da un kamikaze, unica vittima della sua stessa mente criminale. Un attentato che preoccupa il ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha chiesto «notizie sulla possibilità di innalzare ulteriormente la sicurezza» dei nostri soldati.

Erano appena le 7.40 locali, le 5.40 in Italia, quando un kamikaze a bordo di un’autobomba si è fatto saltare in aria non lontano dallo scalo aeroportuale di Herat. Cinque militari a bordo di un veicolo tattico leggero multiruolo ’Lincè sono rimasti lievemente feriti. Il blindato, dotato di una corazza studiata appositamente per attutire l’effetto delle esplosioni, ha retto alla forza d’urto ed «ha consentito ancora una volta di conservare l’incolumità dei nostri soldati», ha precisato La Russa. Un sesto militare italiano, che seguiva a bordo di un altro mezzo «con metà del corpo fuori dalla torretta», ha riportato «qualche lesione e bruciatura più seria». Tutti sono stati prontamente trasferiti all’ospedale da campo: nessuno di loro è in condizioni preoccupanti e solo tre sono ancora trattenuti per accertamenti.

Hanno avvertito personalmente le famiglie il tenente colonnello Giovanni Battaglia, il capitano Giuseppe Cannazza, il primo maresciallo Fabio Sebastiani, il maresciallo ordinario Alessandro D’Angelo, il caporal maggiore Scelto Giuseppe Laganà. Del sesto militare coinvolto, che ha riportato solo qualche abrasione, il comando di Herat ha ritenuto di non dover divulgare le generalità. «Sono meno preoccupati di noi», ha spiegato La Russa ai microfoni di Skytg 24, pur ammettendo che le notizie arrivate negli ultimi mesi da Herat confermano un deterioramento delle condizioni di sicurezza.

È lo stesso ministro a precisare che in Afghanistan si assiste a «un livellamento delle zone di pericolosità». «Il livello di scontro si è sicuramente innalzato. Quello che prima avveniva solo in una parte del paese, cioè nel sud, e solo marginalmente nel territorio dove si trovano gli italiani, oggi si sta allargando a zone più ampie», ha commentato il ministro, che ha anche suggerito una spiegazione: «forse ciò è dovuto anche all’azione di pressione» delle forze internazionali «lì dove c’erano i santuari dei terroristi», azione che ha comportato «il loro spostamento». E non è tutto, perché c’è stato anche un salto «qualitativo» nell’offensiva di chi è contrario alla stabilizzazione del paese.

L’attentato di oggi, ad esempio, aveva per obiettivo «una squadra Omlt», «cioè soldati italiani della missione Isaf che operano all’interno di una formazione afgana e svolgono un’azione di guida e di istruttori». Si tratta di un’attività che «evidentemente dà molto fastidio al terrorismo e ai talebani», ha commentato La Russa, ritenendolo «un dato di parziale consolazione».

Ma è su «questa strada che bisogna insistere», secondo il ministro: «occorre consentire una rapida afganizzazione del contrasto al terrorismo, naturalmente finché sarà necessario con l’aiuto e il contributo dei nostri soldati». E i quattro Tornado che l’Italia si è impegnata a inviare in Afghanistan per un’attività di ricognizione e sorveglianza aerea vanno visti proprio in quest’ottica. I primi due aerei arriveranno nei prossimi giorni. Ma La Russa ha chiesto anche di avere notizie sulla «possibilità di innalzare ulteriormente la sicurezza per quel che riguarda materiali e modalità operative». Perché in una situazione di emergenza come quella che si è creata nell’ovest dell’Afghanistan «nulla deve essere lasciato di intentato».

Dal quotidiano LA STAMPA

 
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