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Stitichezza e Dieta per la Stitichezza

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view post Posted on 16/5/2008, 17:39     +1   -1

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Siciliana Sugnu!

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Stitichezza

La stitichezza colpisce circa 13 milioni di italiani: 9 milioni di donne e quasi 4 di uomini. Lo stile di vita occidentale, con i suoi ritmi frenetici e con una dieta povera di scorie contribuisce pesantemente all'insorgenza della stitichezza. Le errate abitudini di vita non sono tuttavia l'unico fattore di rischio, spesso all'origine della stitichezza vi sono problemi ben più importanti come il prolasso della parte terminale dell’intestino. Ma cos'è esattamente la stitichezza? quali sono le cause ed i rimedi per combatterla?

Che cos'è la stitichezza?

Quali sono le cause, quando rivolgersi al medico

Stitichezza cure e rimedi

Il ruolo della dieta e dell'attività fisica

Stitichezza: tecniche per favorire la defecazione

Stitichezza e lassativi

Stitichezza in gravidanza

La stipsi


La stitichezza
La stipsi o stitichezza non è una malattia, ma un sintomo che può insorgere a causa di svariate alterazioni organiche o funzionali dell’intestino. Altre volte, all'origine della stitichezza vi sono delle malattie che interferiscono solo indirettamente con la funzionalità intestinale (diabete, ipotiroidismo ecc.).

Quando una persona soffre di stitichezza riferisce un ritardo o un insufficienza nell'evacuazione delle feci. Si tratta comunque di sensazioni soggettive che variano spesso da persona a persona. Nel linguaggio medico si parla di stitichezza quando nell'ultimo anno una persona ha sofferto di almeno due dei seguenti sintomi per almeno 12 settimane non necessariamente consecutive (cioè nel 25% dei casi):

ridotto numero di evacuazioni settimanali (<2)

difficoltà e sforzo nell'evacuare

presenza di feci dure, caprine o nastriformi

sensazione di blocco/ostruzione anorettale

aiuto manuale (svuotamento manuale, compressione sulla parete posteriore della vagina)

Nella popolazione adulta la stipsi colpisce soprattutto gli anziani e le donne (quasi quattro volte più degli uomini). Nei bambini la stitichezza è invece più frequente nei maschi (2:1). Nei neonati e nella prima infanzia, in presenza di evacuazioni molto distanti tra loro non si può parlare di vera e propria stitichezza. Si tratta infatti di una condizione fisiologica legata all'assorbimento quasi completo delle sostanze nutritive contenute nel latte materno e alla conseguente scarsa produzione di scorie.

CAUSE DI STITICHEZZA

Se i sintomi della stitichezza sono piuttosto vari, le cause d'origine sono ancor più numerose. Patologie ano-rettali (emorroidi, ragadi, rettocele ecc.), malattie nervose, farmaci e patologie funzionali che colpiscono l'intestino (colite, diverticolite ecc.) sono soltanto alcune delle più comuni cause di stipsi.

In assenza di una malattia specifica, si parla invece di stitichezza cronica idiopatica che può essere dovuta a:

Dieta incongrua (dimagrante, anoressici, diabetici, celiaci)
Sedentarietà (ridotta attività motoria del colon)
Gravidanza (dislocazione del colon da parte dell’utero, cambiamenti ormonali che rilassano i muscoli del tratto gastrointestinale)
Sindrome del colon irritabile

DIAGNOSI, QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO

Determinare l'esatta causa di origine è il primo passo verso la cura della stitichezza. Solo in questo modo la terapia potrà essere mirata e dare i suoi migliori risultati.

Il paziente dovrebbe rivolgersi al medico quando la stitichezza perdura ormai da diverso tempo e quando insorge improvvisamente o si accompagna ad altri sintomi (dolori addominali, sanguinamento, astenia, famigliarità per il tumore del colon o febbre).

Una diagnosi indicativa può essere eseguita interpretando i sintomi della stitichezza: feci piccole (caprine), lucide, stipsi alternata a diarrea, sensazione di incompleto svuotamento e dolore risolto dalla defecazione sono per esempio sintomi tipici della sindrome del colon irritabile.

Feci sottili o nastriformi accompagnate a sensazione di svuotamento incompleto e dolore durante la defecazione sono invece indice di una patologia ano-rettale (emorroidi, ragadi, rettocele ecc.).

Infine quando la stitichezza è responsabile di dolore addominale associato ad assenza dello stimolo alla defecazione e ad evacuazione di feci dure e piccole, potrebbe trattarsi di stenosi organica (cancro, infiammazione cronica, ischemia cronica, endometriosi, ernie, neoplasie dell’ovaio, dell’utero).

In ogni caso una diagnosi corretta non può prescindere da indagini più approfondite. Tra gli esami diagnostici più utilizzati in presenza di stitichezza ricordiamo: colonscopia, clisma opaco a doppio contrasto (utilizzati soprattutto in caso di stitichezza di recente insorgenza e/o accompagnata a sintomi come febbre, sanguinamento, dolori addominali) studio dei tempi di transito intestinale, defecografia, manometria anorettale.

Stitichezza cure e rimedi
Il trattamento della stitichezza deve prima di tutto curare le patologie o le condizioni che la causano. Non dobbiamo infatti dimenticare che la stipsi di per sé è soltanto un sintomo che può essere espressione di di diverse malattie.

Da quanto espresso finora non può esistere un rimedio universale per combattere la stitichezza e nemmeno terapie così potenti da risolvere in pochi giorni un problema che spesso perdura da anni.

Quando all'origine della stitichezza non esiste una patologia specifica, è importante andare ad agire sulla dieta e sullo stile di vita. Assolutamente da evitare sono invece i rimedi "fai da te", o peggio ancora l'imitazione delle terapie intraprese da amici o parenti.

:comecome: Dieta per la Stitichezza :ehm:

In caso di stitichezza cronica idiopatica si consiglia l'adozione della cosiddetta "dieta ad alto residuo". Si tratta di un modello alimentare che presta particolare attenzione alla corretta assunzione di fibre e liquidi.

Le fibre insolubili contenute negli alimenti di origine vegetale assorbono rilevanti quantità acqua aumentando il volume delle feci, che si fanno abbondanti, poltacee e più morbide. L’aumento della massa fecale accelera la velocità di transito intestinale diminuendo l'assorbimento di nutrienti e facilitando l'evacuazione.
La fermentazione delle fibre e dell’amido stimola invece la crescita microbica favorendo l'equilibrio della microflora intestinale.

La dieta ad alto residuo implica l’assunzione di almeno 30 grammi di fibra al giorno (soprattutto di quella insolubile contenuta nei cereali ed in alcuni tipi di ortaggi), accompagnata da un apporto di acqua non inferiore ai due litri.

ALIMENTI ASTRINGENTI (da moderare): limoni, riso, nespole, banane, mele, mirtilli, the.

ALIMENTI UTILI in caso di stitichezza: brodo di carne; avena o cereali integrali a colazione, carciofo, crusca (senza esagerare), polline, semi di lino, prugne secche, kiwi, carota; bere un bicchiere di acqua tiepida appena alzati può stimolare l’attività intestinale.

FIBRA NEGLI ALIMENTI

ALIMENTI a maggior contenuto di fibra FIBRA TOT.
Integratori di fibre Crusca pura 44%
Legumi freschi/secchi Fagioli, lenticchie, piselli 10-25%
Frutta secca Fichi secchi, uvetta, prugne secche 10-15%
Pane e pasta integrali 10%
Semi oleosi Mandorle, noci, nocciole, arachidinutrizione/arachidi.html 6-14%
Frutta fresca Ciliegie, mele, pere, pesche, arance 1,5-2%
Verdura fresca/cotta Carote, spinaci, sedano, pomodori, peperoni, finocchi 1-3%
Farine bianche 1,5-2%
Altro Olio, zucchero bianco, carni, bibite Quasi 0%

ULTERIORI CONSIGLI DIETETICI per combattere la stitichezza

in caso di dieta povera di alimenti vegetali aumentare gradualmente la quantità totale di fibre fino a raggiungere i valori consigliati nell’arco di due o tre settimane

le fibre dovrebbero provenire soprattutto da fonti alimentari e non da integratori specifici come la crusca; in ogni caso è bene non esagerare con le quantità dato che un eccesso di fibra potrebbe avere effetti contrari a quanto sperato. Un eccesso cronico potrebbe inoltre causare carenze di minerali molto importanti come il calcio ed il ferro

consumare i pasti senza fretta in un atmosfera rilassante; da evitare il panino consumato di fretta di fronte al bancone di un bar

portare con sé una bottiglietta di acqua, sia al lavoro che in palestra

consumare una colazione abbondante e bilanciata aiuta a combattere la stitichezza

i consigli alimentari fino a qui riportati sono validi soltanto qualora la stitichezza sia idiopatica, ovvero non causata da una patologia particolare. Prima di modificare le proprie abitudini dietetiche si consiglia pertanto di consultare un medico

ATTIVITÀ FISICA: l’esercizio fisico migliora il tono muscolare e facilita la peristalsi intestinale. La tonicità dei muscoli addominali e perineali favorisce l'aumento della pressione intraddominale durante la defecazione

CURE PER LA STITICHEZZA

PRESTARE MAGGIORE ATTENZIONE ALLA DEFECAZIONE

Lo sfintere anale esterno permette alla persona di ignorare l’urgenza di defecare fino a che tempo e luogo diventano appropriati. Ignorare ripetutamente tale stimolo può causare alterazioni nel riflesso della defecazione fino a compromettere la percezione dello stimolo.

In caso di stitichezza è inoltre importante attendere senza spingere la spontanea evacuazione delle feci.

Una spinta eccessiva durante la defecazione, oltre ad ostacolare l'evacuazione stessa (per chiusura riflessa del canale anale), favorisce la comparsa di problemi come emorroidi e prolasso.

L'uso del bagno alla turca (posizione acquattata) facilita l'evacuazione e aiuta a combattere la stitichezza. La defecazione può essere favorita anche da un rialzo sotto i piedi, un wc più basso o una posizione nel quale il busto si inclina in avanti appoggiandosi sulle cosce.

In ogni caso è importante che la defecazione sia un atto spontaneo, realizzato con la minima spinta necessaria. Se soffrite di stitichezza ed avvertite lo stimolo a defecare recatevi in bagno, senza fretta, assumete se possibile una delle posizioni sopradescritte ed attendete che le feci vengano espulse spontaneamente, espirando lentamente. Una volta iniziata la defecazione contraete (senza esagerare) i muscoli addominali e diaframmatici in modo da favorire lo svuotamento del retto.

STITICHEZZA E LASSATIVI

Ogni anno, solo In Italia, si spendono 130 milioni di euro per l'acquisto di lassativi. Questo dato testimonia come troppo spesso si ricorra indiscriminatamente a questo rimedio fai-da-te per risolvere i problemi di stitichezza.

I lassativi agiscono migliorando il sintomo ma non rimuovono il disturbo all'origine della stipsi, ritardando a volte la diagnosi della malattia. Se utilizzati cronicamente i lassativi perdono inoltre di efficacia, tanto da richiedere dosi via via crescenti fino a rendere necessaria l'associazione di più farmaci. Questo, ovviamente, non giova al nostro organismo, causando dipendenza sia fisica che psicologica.

L’uso dei lassativi nella cura della stitichezza è giustificato soltanto quando lo sforzo può esacerbare condizioni patologiche quali angina, emorroidi o per le stitichezze farmaco-indotte. L'uso di tali agenti terapeutici si rende inoltre indispensabile per avviare il paziente ad indagini radiologiche o interventi chirurgici.
In caso di stitichezza bisognerebbe comunque evitare l’uso cronico di lassativi (max 10 giorni). L'abuso di questi prodotti può provocare crampi e coliche addominali, assuefazione, atonia del colon, squilibri elettrolitici (ipokaliemia) e perturbare l’assorbimento delle vitamine e dei minerali nell’intestino. I lassativi tendono infatti ad impedire il riassorbimento intestinale dell'acqua provocando disidratazione e, nei casi più gravi, accidenti vascolari.

Anche in presenza di stitichezza cronica la regola principale è dunque quella di assumere lassativi solo sotto controllo medico. Per esempio il lattulosio, un lassativo di largo utilizzo, nelle persone con sovracresita di batteri nell'intestino tenue produce indrogeno e un meteorismo importante aggravando la situazione.
I lassativi non sono inoltre privi di interazioni farmacologiche: questi prodotti riducono infatti l'assorbimento e quindi la biodisponibilità di altri farmaci somministrati contemporaneamente. In particolare i lassativi non vanno assunti insieme a diuretici, glicosidi cardioattivi e corticosteroidi dato che potrebbero esacerbarne gli effetti avversi (ipokaliemia, disidratazione, acidosi metabolica)

I lassativi non devono inoltre essere usati in caso di malattie a carattere infiammatorio del tratto gastro-intestinale quali morbo di Crohn, colite ulcerosa, perforazioni gastrointestinali, né durante la gravidanza o l'allattamento

Classificazione dei lassativi ed effetti collaterali di un loro abuso:

Formanti massa (crusca, metilcellulosa, ispaghula, agar, gomma sterculia) e lattulosio: effetti collaterali modesti come formazione di gas, sensazione di gonfiore addominale, osteoporosi, anemia; da evitare in caso di intolleranza al glutine.
Osmotici: sali di sodio e/o magnesio, disaccaridi non assorbibili (polialcoli), soluzioni con polietilenglicole: assorbono acqua rendendo le feci più morbide ma possono causare disidratazione, crampi e coliche addominali.
Lassativi di contatto o stimolanti: impediscono il naturale riassorbimento dell'acqua e degli elettroliti da parte della mucosa intestinale provocando disidratazione, irritazione e squilibri elettrolitici (olio di ricino, derivati antrachinonici, derivati difenilmetanici).

Emollienti: glicerina, oli minerali (olio di vaselina, olio di arachidi, docusato sodico): scarsi effetti collaterali sono utili soprattutto in caso di defecazione dolorosa dovuta alla presenza di ragadi e/o emorroidi.

by my-personaltrainer - leggere anche qui e qui!!!!!


Edited by *LorySmile* - 11/10/2009, 21:30
 
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