REGGIO CALABRIA - Un ragazzo di 12 anni muore in ospedale perché non si trova un'ambulanza che lo porti in una struttura dove potrebbe essere operato alla testa. E' successo lunedì sera fra Polistena, centro della Piana di Gioia Tauro, e Reggio Calabria. Ora sei medici, quattro dell'ospedale di Reggio Calabria e due di quello di Polistena, sono stati indagati.
Il ragazzino, Flavio Scutellà, è caduto da una giostra battendo la testa. E' stato portato nell'ospedale di Polistena verso le 17. I medici, dopo la tac, hanno stabilito che era necessario un intervento urgente perché un ematoma comprimeva il tronco cerebrale. Il ragazzino, che tra l'altro soffriva di cuore e prendeva farmaci per la funzionalità cardiaca, è arrivato però a Reggio Calabria solo dopo le 21, e l'intervento è stato effettuato dopo l'una di notte.
"Mio figlio - ha raccontato il padre, Alfonso - è rimasto all'ospedale tre ore senza che nessuno gli facesse nulla e senza che si trovasse un'ambulanza per il trasporto".
L'uomo ha riferito che è stato chiesto anche l'intervento dell'eliambulanza, ma la risposta è stata negativa perché era buio. All'inizio, inoltre, gli ospedali di Reggio, Cosenza e Catanzaro hanno fatto sapere che non c'era posto. Solo alle 20 è stato trovato un mezzo che ha trasferito il ragazzo a Reggio Calabria dove è stato operato dopo l'una perché, ha raccontato il padre, "prima, almeno così ci hanno detto, non era disponibile la sala operatoria".
I genitori hanno autorizzato l'espianto degli organi che è stato eseguito negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Allo stesso tempo hanno presentato un esposto alla procura di Palmi chiedendo che sulla morte del figlio sia fatta chiarezza. Il magistrato di turno ha già disposto l'autopsia.
"Non voglio vendette ma solo giustizia e verità", ha detto Alfonso Scutellà, insegnante all'istituto tecnico industriale di Oppido Mamertina. "Se ho deciso di denunciare il tutto alla magistratura - ha aggiunto - è perché voglio che mio figlio sia l'ultima vittima del contorto sistema della sanità calabrese". L'uomo ha poi aggiunto: "Non ho rancore verso nessuno. Mi pongo solamente delle domande. Perché è accaduto tutto questo?".
"Viviamo in Calabria - ha spiegato - e siamo persone perbene. Paghiamo le tasse come tutti i cittadini italiani e per questo abbiamo diritto ad avere gli stessi servizi che hanno al nord. Se non riusciamo a fare questo è meglio che spediscano la Calabria in Africa. Non ho avuto un attimo di esitazione, con mia moglie, a donare gli organi di Flavio. Ora ho la certezza che altri sei bambini grazie a questo gesto continueranno a vivere ed i loro genitori, grazie al nostro pianto, potranno sorridere".
Fonte:
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/c...enne-morto.html